
La devozione a Maria Santissima, sotto il titolo di “Madonna della Catena”, si sviluppa in Sicilia a partire dal XIV secolo. Le origini di questo titolo sono riconducibili ad un prodigio che la Beata Vergine Maria compì a Palermo ai tempi di Martino I (1385-1409), in favore di tre giovani ingiustamente condannati a morte e liberati prodigiosamente dalle ingiuste catene. A Partire dal secolo successivo, tale devozione vide un notevole incremento e una progressiva diffusione in tutta la Sicilia e nel meridione d’Italia.


Il polittico di Antonello de Saliba del 1504, custodito nel Duomo di Taormina, attesta che già sul finire del XV secolo la devozione alla Madonna della Catena era ben diffusa in zona. In quel tempo, l’intera Valle del Ghiodaro ricadeva proprio sotto la giurisdizione dell’Arcipretura di Taormina.
A Mongiuffi, la campana più antica della prima chiesetta intitolata alla Madonna della Catena in Contrada Fanaca porta incisa la data “1587”. Mentre l’esistenza della chiesa, definita “cubuledda” (il termine generalmente indica una struttura tipica bizantina), è attestata espressamente in un documento del 1648. L’Archivio Parrocchiale di Mongiuffi, inoltre, custodisce il testamento di Filippo Lu Po’ con il quale, nel 1660, il possidente mongiuffese creò un vero e proprio patronato per i suoi eredi sulla chiesetta di “S. Maria di la Catina”.


Nel 1934 l'antica chiesetta divenne diocesana e, tra gli anni 50 e 60 del secolo scorso, venne costruito l’attuale Santuario, all’interno del quale furono inglobati i pochi resti delle strutture cinquecentesche.
Il sacro simulacro settecentesco di Maria SS della Catena si trova al Santuario dal 1 maggio alla prima domenica di settembre. Per il resto dell’anno la venerata effigie è custodita presso la Chiesa Parrocchiale "S. Maria del Carmelo" in Mongiuffi.
